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Dire Straits:

Gruppo rock britannico, noto per il caratteristico suono degli assoli del chitarrista e leader del gruppo, Mark Knopfler. Formatisi nel 1977, pur costituendo un'eccezione nel panorama musicale di quegli anni dominato dal punk, divennero subito famosi. I loro brani rimanevano misurati e sereni, spesso in chiavi minori e tempi lenti, ed erano dedicati a temi melanconici. Mark Knopfler sviluppò uno stile chitarristico caratterizzato da assoli lunghi e "lenti" che richiamavano lo stile di un maestro del blues come Albert King. I Dire Straits raggiunsero il primo grande successo nel 1979 con il singolo Sultans of Swing. Knopfler fu spesso invitato a suonare insieme ad altri musicisti, e partecipò all'incisione degli album di grandi autori come Bob Dylan e Van Morrison. La sua musica costituì la base di fortunate colonne sonore come quelle dei film Local Hero (1983) e Cal (1984). L'album di maggior successo dei Dire Straits è stato Brothers in Arms, che vendette più di venti milioni di copie in tutto il mondo.

Discografia:
Dire Straits (Vertigo, 1978)
Making Movies (Vertigo, 1980)
Alchemy Live (Vertigo, 1984)
2 LP live Brothers In Arms (Vertigo, 1985)
Money For Nothing (Vertigo, 1988)
On Every Street (Vertigo, 1991)
On the night (Vertigo, 1993)
Live At The BBC (Vertigo, 1995)
Live Sultans Of Swing - The Very Best Of Dire Straits (Vertigo, 1998)


www.geocities.com/sunsetstrip/stadium/2296/index.htm (ita, eng)
www.ada.com.tr/~modabasi/ds.htm (eng)

Doobie Brothers:

Gruppo musicale statunitense, esponenti di un rock di facile assimilazione, autori di canzoni ben costruite e commercialmente assai valide. Formatosi nel 1970 a San Josè, in California, il gruppo si ispira per il proprio nome "doobie" al termine con cui i giovani californiani indicano la sigaretta di marjiuana. Affiancati dal produttore Ted Templeman incidono album di enorme successo e singoli assai programmati dalle stazioni radio in FM statunitensi: Long Train Runnin', China Grove (entrambi del 1973), Black Water (1974) e What A Fool Believes (1978) sono solo alcuni esempi. Nelle fila del gruppo militano anche due musicisti provenienti dagli Steely Dan: il chitarrista Jeff "Skunk" Baxter (1948, Washington, Stati Uniti) e il tastierista, cantante Michael McDonald (1952, St.Louis, Stati Uniti). Dal 1982, anno di scioglimento del gruppo, McDonald e il chitarrista Patrick Simmons (1950, Aberdeen, Washington, Stati Uniti) affrontano una carriera solistica di discreto successo, Baxter si dedica a lavori di session man e di produttore, il batterista John Hartman (1950, Falls Church, Stati Uniti) si ritira nel suo ranch californiano, il chitarrista John McFee (1953, Santa Cruz, California) suona, con Stu Cook dei Creedence Clearwater Revival, nel gruppo di country rock Southern Pacific. Successive riunioni con (parte) dei componenti originali sortisce risultati commerciali di altalenante efficacia.

Discografia:
The Doobie Brothers (WB, 1971)
Toulouse Street (WB, 1972)
The Captain And Me (WB, 1973)
What Were Once Vices Are Now Habits (WB, 1974)
Takin' It To The Streets (WB, 1976)
The Best Of The Doobies (WB, 1977)
Livin' On The Fault Line (WB, 1977)
Minute By Minute (WB, 1978)
One Step Closer (WB, 1980)
The Best Of The Doobies Vol. II (WB, 1981)
Farewell Tour (WB, 1983)
2 LP live Cycles (Capitol, 1989)
Brotherhood (Capitol, 1991)
Listen To The Music: The Very Best Of The Doobie Brothers (WB, 1993)
Rockin' Down The Highway (Sony/ Legacy, 1996)
2 CD live Long Train Running (WB, 1999) 4 CD


www.doobiebros.com/IndexWin.html (eng)
members.aol.com/no1doobfan/Doobiebrothers/doobie.html (eng)

Elephant Man:

The Elephant Man, GB 1980, b/n, 125', regia di David Lynch, con Anthony Hopkins, Anne Bancroh, John Hurt, John Gielgud, Wendy Hiller, Freddie Jones. 1884: John Merrick (Hurt), colpito da una forma ripugnante di neurofibrosi che gli deforma le ossa del cranio, è usato come attrazione da fiera. Viene salvato da un medico, Frederick Treves (Hopkins), e l'uomo-elefante diventa cosi un protagonista della Londra vittoriana, anche se a causa del suo aspetto mostruoso continuerà a essere vittima di violenze e umiliazioni. Opera fotografata in un raffinatissimo bianco e nero (da Freddie Francis), il film ribalta completamente le regole del genere: l'incontro con il "mostro" non scatena il nostro terrore ma il suo, perché racconta la paura che ha Merrick di far paura. La sua vita è narrata come un continuo confronto con gli sguardi degli altri: quelli scientifici dei medici divisi tra filantropia e vampirismo, quelli commiserevoli della buona società londinese e quelli crudeli del popolo che continua a vedere in lui un fenomeno da baraccone. In questo modo l'uomo-elefante non rappresenta la parte nascosta e inquietante dell'uomo, ma lo specchio che ne rimanda l'immagine, il completamento di ognuno". Prodotto da Mel Brooks e sceneggiato da Christopher DeVore, Eric Bergren e dal regista a partire dai libri di memorie di Su Fredrick Treeves e di Ashley Montagu, il film non ha niente a che vedere con l'omonima commedia teatrale di Bernard Pomerance, da cui fu anche tratto un telefilm. Candidato a ben otto Oscar non ne vinse, scandalosamente, nemmeno uno.


www.zoraskingdom.freeserve.co.uk (eng)
www.geocities.com/Hollywood/2093 (eng)

Gorgeous Irene:

Gorgeous Irene non è altro che uno dei primi lavori di Araki (1987), in cui una ragazzina si trasforma in una provocante donna guerriero dagli strabilianti poteri.

Jack lo Squartatore:

Ignoto assassino, ha operato dal 6 Giugno fino alla fine del 1888 nell'East End di Londra. Agiva invariabilmente tra le 23 e le 4 del mattino, assalendo nel buio le vittime. Mille supposizioni lo vollero avvocato, barbiere, chirurgo, ostetrico, rampollo della nobiltà, poliziotto ecc... Non venne mai scoperto dalla polizia.


erewhon.ticonuno.it/riv/inferno/jack/jack.htm (ita)
ripper.wildnet.co.uk/main.htm (eng)
www.casebook.org/casebook.html (eng)

Led Zeppelin:

Led Zeppelin Gruppo rock britannico, fu fondato nel 1968 dal chitarrista Jimmy Page, dal cantante Robert Plant, dal bassista John Paul Jones e dal batterista John Bonham. Il primo album, Led Zeppelin (1969), segnò un'importante svolta musicale, con uno stile chitarristico basato sul blues (come quello di buona parte del rock degli anni Sessanta), ma più "fragoroso" e sfrenato di quello di tutti i suoi predecessori. I successivi album dei Led Zeppelin sono Led Zeppelin II (1969), Led Zeppelin III (1970), un album senza titolo (1971, spesso chiamato Led Zeppelin IV, o Zoso, dai criptici caratteri presenti sulla copertina), Houses of the Holy (1973), e Physical Graffiti (1975). I Led Zeppelin si sono sciolti nel 1980 dopo la morte di Bonham dovuta a un eccesso di alcol. Nel 1988 i membri superstiti si sono riuniti in occasione di un concerto, con Jason, il figlio di Bonham, alla batteria, per celebrare il quarantesimo anniversario della loro casa discografica, la Atlantic Records.

Discografia:
Led Zeppelin I (Atlantic, 1969)
Led Zeppelin II (Atlantic, 1969 )
Led Zeppelin III (Atlantic, 1970)
Led Zeppelin IV (Atlantic, 1971)
Houses Of The Holy (Atlantic, 1973)
Physical Graffiti (Swan Song, 1975)
Presence (Swan Song, 1976)
In Through The Out Door (Swan Song, 1979)
Coda (Swan Song, 1982)


Bron - Yr - Aur (ita)
space.tin.it/associazioni/benma/zep (ita)
cantine.eu.org/ledzeppelin (ita)

Poco:

I Poco, uno dei più importanti gruppi del country rock californiano, nascono nell'estate 1968 dalle ceneri dei Buffalo Springfield. L'iniziativa parte da Richie Furay (n. 1944, USA) e Jim Messina (n. 1947, USA), che, dopo aver completato 1'ultimo album del gruppo, progettano una nuova band insieme a Rusty Young (n. 1946, USA), specializzato nell'uso della pedal steel guitar. Young, che ha suonato a lungo nei Boenzee Cryque e poi nelle sessions finali dei Buffalo Springfield, introduce il batterista George Grantham (n. 1947, USA) e il bassista Randy Meisner (n. 1946, USA), provenienti rispettivamente dai Boenzee Cryque e dai Poor, due bande molto quotate in Colorado, entrambe con diversi singoli all'attivo. Il nuovo gruppo assume la denominazione di Poco (inizialmente doveva essere Pogo, dai fumetti di Walt Kelly) ed esordisce al Troubador di Los Angeles nel novembre 1968. Sei mesi dopo esce Pickin' Up The Pieces, promettente esordio con la pedal steel di Young in evidenza. Intanto i Poco sono diventati un quartetto, per la defezione di Meisner, unitosi alla Stone Canyon Band di Rick Nelson (più avanti sarà bassista degli Eagles); Messina passa al basso fino all'inizio del 1970 quando Timothy B. Schmit (n. 1947, USA) accetta di entrare nel gruppo. Schmit era già stato contattato l'anno prima ma non aveva voluto lasciare la sua banda (i New Breed, poi noti come Glad; vedi 24 e 26). Con questo assetto i Poco pubblicano due dischi. Poco è un album di transizione, con un brano latineggiante, El Tonto De Nadie Regresa, a occupare gran parte della seconda facciata; Deliverin', un live vibrante, e invece il lavoro più riuscito del gruppo fino a quel momento. Prima della fine del 1970 i Poco riassestano la formazione: Messina se ne va per formare il suo gruppo insieme a Ken Loggins e il suo posto e prese da Paul Cotton (n. 1943, USA), ex Illinois Speed Press (vedi 22 e 23). L'entrata di Cotton, ottimo chitarrista e cantante, e fondamentale per il complesso, che con lui aggiusta gli equilibri vocali e strumentali e trova un valido compositore da affiancare a Furay. Il collaudo discografico per il nuovo quintetto avviene con From The Inside, nel 1971. Da questo momento la carriera del gruppo e in costante ascesa. Nel 1972 viene intrapresa una tournée inglese e l'anno successivo risulta decisivo per la band. Escono sul mercato, conseguendo vendite rilevanti, A Good Feelin' To Know e Crazy Eyes, due album dal suono elettrico, avvolgente e accattivante, forti dei brani-guida A Good Feelin' To Know (buon hit a 45 giri), Crazy Eyes, Magnolia (di J.J. Cale). I Poco sono ormai un nome di primo piano, producono nuovo materiale e danno concerti senza pause; anche l'abbandono di Furay, nel settembre 1973, viene assorbito con disinvoltura. Il principale responsabile dei Poco si accasa alla Asylum di David Geffen con un gruppo dalle grosse ambizioni commerciali, la Souther Hillman Furay Band, formata con l'ex Byrds Chris Hillman e il cantautore John David Souther. L'esperienza pero avrà breve durata e Furay ripiegherà su una non esaltante carriera solista. La formazione a quattro (Cotton, Young, Grantham e Schmit) è la più resistente e prolifica. Ben sei album (spiccano I've Got A Reason e Rose of Cimarron) sono pubblicati fra il 1974 e il 1977; Head Over Heels segna il passaggio alla ABC ed è anche il disco più venduto del gruppo. Poi, nei mesi a cavallo fra il 1977 e il 1978, i Poco entrano in crisi per la partenza di Schmit (che va a suonare con gli Eagles) e di Grantham (che farà il sessionman); ma già Indian Summer, ultimo album della formazione al completo, aveva evidenziato stanchezza e mancanza di idee. La ABC decide di attendere gli sviluppi della situazione e rinuncia alla pubblicazione di On The Road, doppio dal vivo già programmato. Cotton e Young continuano a tenere in vita la band utilizzando strumentisti di secondo piano, come gli inglesi Steve Chapman e Charlie Harrison, già accompagnatori di Leo Sayer e Al Stewart, e, dal 1979, il tastierista Kim Bullard, proveniente dalla backing band di Crosby Stills k Nash. I risultati (vedi Legend) sono però confortanti solo da un punto di vista commerciale. Stimolati dall'imprevisto successo di Legend (che frutta due hit nel 1979, Crazy Love e Heart Of The Night), Paul Cotton (n. 1943, USA) e Rusty Young (n. 1946, USA) continuano a guidare i Poco, confermando la più recente formazione che li vede leader incontrastati. Il gruppo (completato dal tastierista Kim Bullard e dalla sezione ritmica inglese formata da Steve Chapman e Charlie Harrison) produce ancora discreti album, che però non riescono a ripetere i fasti commerciali del passato. Dopo Under The Gun orientato verso il rock, e Blue And Grey, opera country sulla guerra di Secessione, Cotton e Young fanno ricorso a diverse covers (da J.J. Cale a Gordon Lightfoot) per realizzare Cowboys And Englishmen, forse il migliore LP del nuovo corso. Nel 1984 per Inamorata fanno capolino in qualche brano Richie Furay Tim Schmit e George Grantham. È il preludio alla reunion, che avverrà tuttavia dopo cinque anni, durante i quali il gruppo sopravvive senza contratto intorno alla coppia Cotton/Young. Legacy (RCA 1989 USA) è il disco che vede riuniti dopo un ventennio i musicisti del quintetto originario, quello di Pickin' Up The Pieces (Furay, Messina, Meisner, Young e Grantham).

Discografia:
Pickin' Up The Pieces (Epic, 1969)
Poco (Epic, 1970)
Deliverin' (Epic, 1971)
Live From The Inside (Epic, 1971)
A Good Feelin' To Know (Epic, 1973)
Crazy Eyes (Epic, 1973)
Seven (Epic, 1974)
I've Got A Reason (Elektra, 1976)
Dance A Little Light (Elektra, 1978)
Seasons Of Change (Myrrh, 1982)
Cantamos (Epic, 1974)
The very Best Of (Epic, 1975)
2LP Head Over Heels (ABC, 1975)
The Very Best Of (Epic, 1976)
Poco Live (Epic, 1976)
Live Rose Of Cimarron (ABC, 1976)
Indian Summer (ABC, 1977)
Legend (ABC, 1978)
Poco: The Songs Of Paul Cotton (Epic, 1979)
Poco: The Songs Of Richie Furay (Epic, 1979)
Blue And Grey (MCA, 1981)
Cowboys And Englishmen (MCA, 1982)
Host Town (Atlantic, 1982)
Inamorata (Atlantic, 1984)
Legacy (RCA, 1989)
Crazy Loving: The Best Of (MCA, 1989)
Poco: The Forgotten Trail (1969-1974) (CBS, 1990)
The Essential Collection (Half Moon, 1997)
The Ultimate Collection (Hip-O, 1998)


home1.swipnet.se/~w-11020/Poco/index.html (eng)

Marlon Brando:

(Omaha, Nebraska, Usa 1924). Attore. Figlio di un commerciante e dell'attrice Dorothy Pennebaker e fratello dell'attrice Jocelyn Brando. Sugli schermi appare nel 1950 in The Men (Uomini - Il mio corpo t'appartiene). Già da questa prima pellicola impone, con i suoi silenzi e il suo metodo di recitazione, la personalità scostante e brusca, tipica dei suoi personaggi e della sua psicologia. Ricco di fama, di gloria e di due Oscar, per On the Watevfront (Fronte del porto, 1954) e The Godfather (Il padrino, 1971) (questo ultimo premio rifiutato per solidarietà alla causa pellerossa), è stato ed è un divo in tutti i sensi. Si può dire che il suo 'mentore' sia stato Elia Kazan, che lo ha diretto in A Streetcar Named Desire (Un tram chiamato desiderio, 1952) e Viva Zapata (id., 1952).Sarà poi un efficace Marco Antonio in Julius Caesar (Giulio Cesare, 1953) di J. Mankiewicz e, soprattutto in The Wild One (Il selvaggio, 1953), il mitico Johnny, giacca di cuoio e sguardo corrucciato, il ribelle anni '5O diventato, grazie a lui, un identikit divistico tra i più famosi. L'ascesa e il successo dell'attore del Nebraska continueranno a lungo, con apparizioni sempre più rade, e nemmeno il lungo isolamento che si è autoimposto lo danneggia. Torna al cinema nel 1989 con l'ironia di The Freshman (Il boss e la matricola) ed efficace in un dramma, come A. Dry White Season (Un'arida stagione bianca, 1989). Lo è meno (tende ormai all'enfasi, nel suo corpo obeso) nei panni di Torquemada per Christopher Columbus: the Discovery (Cristoforo Colombo: la scoperta, 1992). Con la figura di uno psichiatra che risolve i guai di un folle in Don Juan De Marco (Don Juan De Marco maestro d'amore, 1995) ritrova lo smalto dei tempi passato (o quasi). La sua vita privata è un disastro. Il figlio Christian (avuto dalla prima moglie Anna Kashfi) è condannato a 10 anni di carcere per avere ucciso il brutale amante della sua sorellastra Cheyenne la quale, dopo due tentativi falliti, si suicida nel 1995.

Filmografia come attore:
Uomini, il mio corpo mi appartiene (The Men) 1950
Un tram che si chiama desiderio (A Streetcar Named Desire) 1951
Viva Zapata! (1952)
Giulio Cesare (Julius Caesar) 1953
Desirée (1954)
Il Selvaggio (The Wild One) 1954
Fronte del Porto (On the Waterfront) 1954
Bulli e Pupe (Guys and Dolls) 1955
La casa da tè alla luna agosto (The Teahouse of the August Moon) 1956
Sayonara (1957)
I giovani leoni (The Young Lions) 1958
The Fugitive Kind (1959)
I due volti della vendetta (One-Eyed Jacks) 1961
Missione in Oriente (The Ugly American) 1962
Gli ammutinati del Bounty (Mutiny on the Bounty) 1962
I due seduttori (Bedtime Story) 1964
Morituri (1965)
Meet Marlon Brando (1966)
The Chase (1966)
The Appaloosa (1966)
La Contessa di Hong Kong (A Countess from Hong Kong) 1967
Riflessi in un occhio d'oro (Reflections in a Golden Eye) 1967
Candy (1968)
The Night of the Following Day (1968)
Quemada! (1969)
Ultimo tango a Parigi (1972)
Il Padrino (Godfather)
1972 Nightcomers (1972)
The Missouri Breaks (1976)
Superman (1978)
Raoni: The Fight for the Amazon (1979)
Roots: The Next Generations (1979)
Mini Serie Tv Apocalypse Now (1979)
The Formula (1980)
Un'arida stagione bianca (A Dry White Season) 1989
Il Boss e la matricola (The Freshman) 1990
Cuore di Tenebra (Hearts of Darkness: A Filmmaker's Apocalypse) 1991
La trilogia del Padrino (The Godfather Trilogy: 1901-1980) 1992
Cristoforo Colombo: la scoperta (Christopher Columbus: The Discovery) 1992
Don Juan DeMarco Maestro d'Amore (Don Juan DeMarco) 1995
L'isola perduta (The Island of Dr. Moreau) 1996
The Brave (1997)
Free Money (1998)
Autumn of the Patriarch (1999)

Filmografia come regista:
One-Eyed Jacks (1961)

www.geocities.com/Hollywood/Theater/6070/brando.html (eng)
www.geocities.com/Hollywood/Screen/6515 (eng)

Tom Petty:

È tra i più significativi e prolifici autori rock e pop della musica americana. Nei primi '70 Tom Petty (1952, Gainesville, Florida, Stati Uniti) entra a far parte dei Mudcrutch assieme al chitarrista Mike Campbell (1954, Gainesville, Florida, Stati Uniti) e al tastierista Benmont Tench (1954, Gainesville, Florida, Stati Uniti) e firma con la Shelter Records pubblicando un 45 giri, ma nel 1974, alla vigilia del primo album, il complesso si scioglie. Due anni dopo ritrova Campbell e Tench in un quartetto completato dal bassista Ron Blair (1952, Macon, Georgia, Stati Uniti) e dal batterista Stan Lynch (1955, Gainesville, Florida, Stati Uniti): nascono così The Heartbreakers che incidono velocemente Tom Petty And The Heartbreakers, un album capace di evidenziare uno stile fresco e diretto applicato a canzoni anche elaborate che nel selvaggio live show del quintetto fanno guadagnare al complesso un folto seguito: Rockin' Around (With You), American Girl, Breakdown e Fooled Again (I Don't Like It) mettono in risalto un personaggio di valore, come accertato anche dall'album promozionale The Official Live Bootleg dell'anno dopo. La conferma viene nel 1978 con l'ottimo You're Gonna Get It! che arriva al disco d'oro sospinto da canzoni come Listen To Her Heart, I Need To Know e Too Much Ain't Enough. La formula funziona, Petty sintetizza con originalità e una genialità trasversale le grandi tradizioni della musica popolare americana senza dimenticare i primi amori (The Byrds, The Beatles, The Rolling Stones, Bob Dylan, Creedence Clearwater Revival) riuscendo anche a sfondare in un'Europa sconvolta dalla furia punk. Nel 1979 Damn The Torpedoes (prodotto da Jimmy Iovine) raffina la formula con una produzione scintillante che lascia esplodere la forza dirompente nel grande singolo Refugee senza disdegnare il pop sfacciato di Don't Do Me Like That oltre a presentare brani di valore quali Here Comes My Girl e Louisiana Rain, dove l'anima metropolitana convive con uno stile da grandi spazi. Tre album di platino gli valgono il ruolo di rocker per eccellenza assieme a Bruce Springsteen e Bob Seger, ma gli anni '80 si aprono con segnali confusi. Hard Promises (1981) lancia il bel singolo The Waiting (con evidenti segnali dell'amore di Petty nei confronti del gruppo The Byrds) e canzoni di prim'ordine quali A Woman In Love (That's Not Me), Something Big e un bel duetto con Stevie Nicks in Thing About You Insider. Un mezzo passo falso arriva con Long After Dark del 1982, dove la spontaneità del gruppo è a tratti appesantita dalla verbosità di alcuni arrangiamenti ma gli episodi di qualità non mancano (A Change Of Heart, A Wasted Life e il singolo You Got Lucky). La ricerca di una nuova identità conduce alla snervante e faticosa realizzazione di Southern Accents (1985) con la collaborazione di Dave Stewart, anche se la produzione vede Petty, Campbell (che con gli anni assume un ruolo sempre più importante), Robbie Robertson e Jimmy Iovine in regia. Nel 1984, durante le registrazioni Petty si frattura una mano e rischia di non poter più suonare la chitarra. A classici come Rebels e al capolavoro Southern Accents si avvicendano canzoni immerse nell'elettronica quali Don't Come Around Here No More, una pastiche psichedelica che produce uno dei videoclip più belli del decennio, e It Ain't Nothin' To Me. Nel 1986 il doppio live Pack Up The Plantation rassicura sullo stato di salute del complesso anche se Let Me Up (I've Had Enough) (1987) è l'ultimo disco con gli Heartbreakers negli anni '80, una godibile transizione con una manciata di belle canzoni tra le quali spiccano Jammin' Me (scritta assieme a Bob Dylan), The Damage You've Done, It'll All Work Out e la stralunata incursione psichedelica di My Life/Your World. Gli Heartbreakers, dopo aver collaborato con Bob Dylan nel 1985, l'anno seguente diventano la backing band del grande cantautore in un tour dell'Oceania e Giappone che prosegue nell'estate 1987 in Europa con Petty nel ruolo di chitarrista ritmico. Nel 1988, mentre lavora a materiale solistico, nasce l'idea Traveling Wilburys, gruppo di alias composto da Dylan, George Harrison, Roy Orbison, Jeff Lynne e il noto batterista Jim Keltner. Traveling Wilburys (1988) ottiene un successo clamoroso e l'amicizia e la collaborazione con Lynne, oltre all'aiuto di alcuni membri degli Heartbreakers, portano alla realizzazione di Full Moon Fever (1989), primo album solistico. Sospinto dall'irresistibile Free Fallin', l'album vende sei milioni di copie in USA facendo di Petty una superstar capace di raffinare uno stile di sintesi tra la spiccata sensibilità pop e la forza devastante del rock più classico come dimostra I Won't Back Down. Oltre al remake tributo di Feel A Whole Lot Better dei Byrds, l'album sa calibrare una concisione espressiva a melodie memorabili. Nel 1990 partecipa al Volume 3 dei Traveling Wilburys in omaggio alla prematura scomparsa di Roy Orbison e nel 1992 torna con gli Heartbreakers per Into The Great Wide Open. La produzione risente decisamente del sound creato grazie alla collaborazione di Jeff Lynne, produttore dell'album assieme a Petty e Mike Campbell, ottenendo un prevedibile successo grazie al singolo Learning To Fly di chiara derivazione Wilburys e a canzoni di valore quali la titletrack, You And I Will Meet Again, Too Good To Be True e Built To Last. Il nuovo distacco dagli Heartbreakers arriva dopo la realizzazione dello straordinario film concerto (diretto da Julien Temple) Take The Highway Live e di un Greatest Hits (dove tra i due inediti spicca il singolo Mary Jane's Last Dance) che sigla la fine dell'avventura di Petty con la MCA. Nel settembre 1994, Wildflowers apre il nuovo contratto con la Warner Bros. e Petty lo definisce "un tributo alla mia collezione di dischi". La produzione di Rick Rubin esalta la scrittura di Petty optando per un suono ridotto all'essenziale come ben dimostrano piccoli classici a cavallo tra rock, pop e folk quali You Don't Know How It Feels, Cabin Down Below, Crawling Back To You, Wildflowers e You Wreck Me. Nell'inverno del 1995 Playback (sei CD con oltre trenta brani tra inediti, rarità e versioni alternative) premia gli appassionati con uno dei lavori antologici più belli in circolazione. La conferma del nuovo sound anni '90 è la colonna sonora del film di Ed Burns She's The One (agosto 1996) che vede Tom Petty & The Heartbreakers di nuovo assieme per un vero e proprio album di studio.

Discografia:
Tom Petty & The Heartbreakers (Shelter, 1976)
You're Gonna Get It (Shelter, 1978)
Damn The Torpedos (Backstreet, 1979)
Hard Promises (Backstreet, 1981)
Long After Dark (Backstreet, 1982)
Southern Accents (MCA, 1985)
Pack Up The Plantation: Live! (MCA, 1985)
2 LP live Let Me Up (I've Had Enough) (MCA 1987)
Into The Great Wide Open (MCA, 1991)
Greatest Hits (MCA, 1994)
2 LP Playback (MCA, 1995)
6 CD Songs And Music From "She's The One" (WB, 1996) colonna sonora
Echo (WEA, 1999)

Solista:
Full Moon Fever (MCA, 1989)
Wildflowers (WB, 1994)


www.scaruffi.com/~scaruffi/vol4/petty.html (ita)
www.geocities.com/Paris/Lights/5022 (eng)
www.tompetty.com (eng)

Queen:

Uno dei più popolari gruppi rock britannici. Si formano quando il chitarrista Brian May (1947, Londra, Gran Bretagna) e il batterista Roger Meddows-Taylor (1949, Norfolk, Gran Bretagna) sciolgono gli Smile (formati nel 1967 con il cantante Tim Staffell) e si uniscono al cantante Freddie Mercury (nome d'arte di Frederick Bulsara, 1946, Zanzibar, Tanzania - 1991, Londra, Gran Bretagna), già nel gruppo di nome Wreckage, e al bassista John Deacon (1951, Leicester, Gran Bretagna). Le prime esibizioni risalgono al 1971 ma i quattro ragazzi si dedicano agli studi (raggiungono tutti la laurea: May in astronomia, Taylor in biologia, Deacon in elettronica e Mercury in disegno e illustrazione) e solo nel luglio 1973 esordiscono con il 33 giri Queen. Lo stile, un ibrido tra le asprezze hard rock dei Led Zeppelin e dei Deep Purple e una malcelata voglia di glam vicino a certe manifestazioni di David Bowie e di Marc Bolan, li impone comunque all'attenzione degli ascoltatori più curiosi. Il primo riconoscimento arriva con il 45 giri The Seven Seas Of Rhye estratto da Queen II (marzo 1974), accompagnato dal primo tour britannico del quartetto. Il successo arriva quando Sheer Heart Attack (novembre 1974) impone la band con uno stile più personale, dove l'hard rock "melodico" viene caratterizzato dalla straordinaria e potente voce di Mercury. Mentre il singolo Killer Queen scala le classifiche, l'album ottiene il primo disco d'oro negli Stati Uniti, dove all'inizio del 1975, i Queen suonano per la prima volta in uno spettacolo tutto loro, senza cioè essere di spalla ad alcun famoso complesso. Dopo un tour giapponese nasce l'ambizioso e costosissimo A Night At The Opera che arriva nei negozi nel dicembre 1975. Il successo è strepitoso e le venature hard rock si alternano a canzoni più articolate e ambiziose come il clamoroso hit Bohemian Rapsody (in cui il coro "mama mia" è realizzato sovraincidendo dozzine di interpretazioni vocali di Mercury), la ballata pop You're My Best Friend, '39, Love Of My Life. L'eccezionale riscontro di vendite riporta i primi tre album nelle posizioni alte delle classifiche britanniche, mentre l'inizio del 1976 vede il complesso impegnato negli Stati Uniti per un lungo tour che, comunque, non impedisce ai quattro di rientrare in studio per registrare A Day At The Races (dicembre 1976), pronto per il mercato natalizio. Sfruttando la formula vincente, il disco lancia un altro elaborato 45 giri, Somebody To Love, dove gli incastri vocali e una certa vena epica sfruttano la riconoscibilità del sound. Un ritorno a sonorità più dure avviene con News Of The World (novembre 1977), contenente due delle più famose canzoni del gruppo, We Will Rock You e la famosissima (e vendutissima) We Are The Champions. La vena magniloquente tiene ancora e il disco si fa apprezzare con buoni momenti di hard rock "melodico" ben suonato. Jazz (novembre 1978), Live Killers (doppio live del giugno 1979) e The Game (luglio 1980) chiudono il primo periodo della carriera del gruppo con una serie di successi e un contenuto artistico di sempre minore spessore, sospesi tra tentazioni danzerecce (Another One Bites The Dust) e ballate melense (Jealousy), senza dimenticare un pop abbagliante (Bicycle Race e Play The Game) ancora vincente sul mercato. Gli anni '80 si aprono con la colonna sonora del film Flash Gordon di Mike Hodges (il 45 giri Flash's Theme è un grande successo) e l'ottima alzata di tiro del 45 giri Under Pressure inciso con David Bowie, per poi proseguire con un deciso cambio di direzione verso scontate sonorità dance: Hot Space (maggio 1982), The Works (febbraio 1984), il celebrativo Live Magic (1986), A Kind Of Magic (giugno 1986) sfornano singoli a ripetizione (Body Language, Radio Ga Ga, I Want To Break Free, A Kind Of magic, Who Wants To Live Forever) che mostrano la sempre più attenta volontà di creare effetti speciali e show atletici. La musica non cambia con The Miracle (maggio 1989) che lancia un altro pomposo singolo (I Want It All) e con i due successivi e spudorati Greatest Hits di incredibile successo. Nel febbraio 1991 il 45 giri Innuendo annuncia l'omonimo album, ma la storia dei Queen sfocia in tragedia quando (dopo una lunga rincorsa di voci e pettegolezzi) Mercury conferma, in un comunicato stampa, di essere malato di AIDS: il 24 novembre 1991, l'istrionico cantante muore, lasciando milioni di fan nella disperazione. I Queen decidono di fermarsi, ma prima di morire Mercury ha spremuto le sue ultime energie incidendo diverse canzoni: nel novembre 1995, in un periodo di calo delle vendite del catalogo, i sopravvissuti Queen pubblicano questo materiale (perfezionato e confezionato nel solito amato stile) nell'album Made In Heaven. È l'ultimo capitolo di un gruppo che ha caratterizzato, nel bene e nel male, un genere di largo consumo a cavallo tra hard rock e musica leggera.

Discografia:
Queen (1973)
Queen II (1974)
Sheer Heart Attack (1974)
A Night At The Opera (1975)
A Day At The Races (1976)
News Of The World (1977)
Jazz (1978)
Live Killers (1979)
The Game (1980)
Flash Gordon (1980)
Greatest Hits (1981)
Hot Space (1982)
The Works (1984)
A Kind Of Magic (1986)
Live Magic (1986)
Queen At The Beeb (1989)
The Miracle (1989)
Innuendo (1991)
Greatest Hits II (1991)
Wembley 86 (1992)
Made In Heaven (1995)
Queen Rocks (1997)
Queen+ Greatest Hits III (1999)

Links
Queen, Champions of the world (eng)
members.xoom.it/champ_world/index.htm (ita)
members.xoom.com/Tony_Gar/Index.htm (ita)
mx1.xoom.com/queenit (ita, eng)
www.geocities.com/SunsetStrip/Lounge/1640 (eng)

Ronnie James Dio:

Ha una lunghissima carriera alle spalle, da verace militante del Rock duro e metallico: americano del New Hampshire, ma cresciuto artisticamente a Londra, Ronnie James Dio (1947), è stato per alcuni anni un simbolo, anche se la difficoltà a rinnovarsi, a mutare i connotati del personaggio, gli sono costati un certo decadimento e un declino verticale, anche per banali ragioni anagrafiche. Già negli anni 60 e alla guida di formazioni minori, con cui registra alcuni singoli, poi all'inizio dei 70 fonda gli Elf, gruppazzo combattivo e tosto che pubblica quattro album, squagliandosi nel 1976. Altra acqua deve passare sotto i ponti, prima che Dio acceda alla carriera solista: da temporaneo front-man dei Rainbow e dei Black Sabbath lascia il suo sigillo nel campo del suono pesante. In proprio, Dio batte una strada retorica, obsoleta, con un materiale calibrato sulle vecchie frequenze del genere Hard & Heavy: le sue pozioni, che si avvalgono della classica iconografia orrorifica e pseudo-mitologica, nelle copertine e nei testi, rastrellano comunque consensi. Poi, le ripetizioni, la tonante routine scarica di idee e di alternative, portano Ronnie automaticamente alla deriva.

Discografia:
Holy Diver (Vertigo, 1983)
The Last In Line (Vertigo, 1984)
Sacred Heart (Vertigo, 1985)
Intermission (Vertigo, 1986)
Mini LP live Dream Evil (Vertigo, 1987)
Lock Up The Wolves (Vertigo, 1990)
Diamonds - The Best Of Dio (Vertigo, 1992)
Strange Highways (Vertigo, 1993)
Angry Machine (SPV, 1996)


hem.passagen.se/diomagic (eng)
www.dio.net (eng)
www.geocities.com/SunsetStrip/Club/7592 (eng)

Reo Speedwagon:

Robusta formazione di Rock abbastanza ordinario, i REO Speedwagon dopo un'onesta carriera di canzoni regolari, dal carattere tarchiato e vigoroso, applaudito soprattutto dal vivo, trovano un gran successo affrancandosi dal repertorio classico, per spostarsi via via verso una canzone elettrica melodica, che tanto piace ai programmatori delle radio FM americane. Gli elementi di spicco sono il cantante Kevin Cronin (1951) e il tastierista Neal Doughty (1946), l'unico presente alla fondazione alla fine degli anni 60, a Champaign in Illinois e ancora all'epoca dell'ultimo album. A spalancare la cima delle classifiche è un lavoro come Hi Infidelity, che apparentemente non aggiunge nulla a quanto già si sapeva di loro e a sorpresa conquista i favori del pubblico di massa. Keep On Loving You è il ritratto fedele di questa condizione leggera, una ballatona da benpensanti, che sfonda anche sul mercato europeo. Melensi e prevedibili, a seconda che viaggino a bordo di composizioni più lente e accorate, o si offrano a un rito appena un po' più grintoso, i REO vivacchiano di rendita e nonostante qualche pausa e abbandoni che impongono rimpasti, la carriera procede: con lavori discografici modesti e maggiori gratificazioni dai tour, insieme a altri pachidermi del Pop-Rock degli anni 70.

Discografia:
REO Speedwagon (Epic, 1971)
REO Two (Epic, 1972)
Ridin' The Storm Out (Epic, 1974)
Lost In A Dream (Epic, 1974)
This Time We Mean It (Epic, 1975)
REO (Epic, 1976)
REO Speedwagon Live/ You Get What You Play For (Epic, 1977)
2 LP live You Can Tune A Piano, But You Can't Tuna A Fish (Epic, 1978)
Nine Lives (Epic, 1979)
Decade Of Rock'n'Roll 1970-1980 (Epic, 1980)
2 LP Hi Infidelity (Epic, 1980)
Good Trouble (Epic, 1982)
A Wheels Are Turnin' (Epic, 1984)
Best Foot Forward - The Best Of REO Speedwagon (Epic, 1985)
Oh Life As We Know It (Epic, 1987)
The Hits (Epic, 1988)
The Earth, A Small Man, His Dog Awl A Chicken (Epic, 1990)
A Second Decade Of Rock'n'Roll 1981-1991 (Epic, 1991)
Building The Bridge (Essential, 1996)



www.emmairlam.force9.co.uk/reospeedwagon.htm (ita, eng)
members.aol.com/reoerik/reopages.htm (eng)
www.thebrigade.com (eng)

Wang Chang:

Purtroppo non siamo riusciti a trovare nulla sui Wang Chan, se non che è un gruppo rock di Singapore dell'inizio degli anni 80...



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